L’apprendimento nella dinamica relazionale educativa

Di Terry Bruno, psicoterapeuta e formatrice PNL

L’insegnamento è un’attività in cui la comunicazione è di fondamentale importanza. È grazie ad una comunicazione efficace che si può ottenere una buona trasmissione e ricezione di informazioni: è una strada a due sensi.
Per un insegnamento efficace è necessario raggiungere ogni partecipante alla lezione ed è per questo fondamentale che l’esposizione sia svolta in modo che gli studenti siano in grado di udirla, vederla e riceverne un’impressione. La capacità di riuscire a comunicare in questi sistemi rappresentazionali riduce notevolmente la probabilità di comunicare in modo sbagliato. Inoltre, la creazione di un ambiente favorevole che riduca al massimo le situazioni di stress, di ansia, che spesso si creano in ambiente scolastico, dà ad ogni studente la possibilità di sentirsi valutato, stimato e con buone possibilità di farcela (sono in grado di…).
Le ricerche sulle strategie di apprendimento confermano che gli studenti traggono un maggiore profitto dalle lezioni e imparano più efficacemente, se hanno un controllo o un autocontrollo regolare del loro apprendimento. Un apprendimento efficace si traduce in una preziosa autostima che può indurre l’alunno a non abbandonare il campo e a desiderare di effettuare nuove esperienze.
Da secoli gli specialisti hanno sempre collegato le parole alle immagini o presentato concetti difficili con similitudini, analogie.
L’importanza delle immagini è sempre stata rilevante in quanto la rappresentazione mentale di esse, dei suoni e delle sensazioni dà una direzione al cervello e ne lascia un’impronta nella memoria. Se ad esempio io volessi parlare di una famiglia di orsacchiotti, non avreste alcuna difficoltà a visualizzarli con l’occhio della vostra mente. L’insegnamento nella scuola primaria, infatti, è effettuato con l’abbinamento delle immagini alle parole, ai numeri. In questo modo il bambino apprende con una velocità superiore rispetto ad un insegnamento arido, fatto solo di simboli. Noi ricordiamo meglio ciò che vediamo e che attrae i nostri sensi. È stato dimostrato che l’80% di ciò che ricordiamo è costituito da stimoli visivi. Visualizzare la parola “arancia” sarà più facile se pensiamo alla nostra arancia, a quella che abbiamo visto al mercato e che ha attirato la nostra attenzione: vediamone il colore, la forma, il profumo, la consistenza e porosità della buccia, il suono di essa sotto le nostre mani, ecc..
L’istruzione scolastica attuale ha impoverito, in molti di noi, la capacità di pensare in modo figurato, cioè con rappresentazioni, limitando la creatività.
Le immagini mentali sono di notevole utilità nell’apprendimento. I bambini, infatti, che sanno compitare meglio usano inconsciamente strategie di visualizzazione. Purtroppo nella pratica comune, ai bambini che imparano l’ortografia gli si dà solo un feedback, cioè una risposta, se l’ortografia è “giusta” o “sbagliata”. Essi vengono così lasciati a se stessi e trovano, poi, una strategia che potrà essere efficace o meno nell’apprendimento.
Le strategie non sono altro che la combinazione per aprire la cassaforte delle proprie risorse cerebrali. Se si possiedono i numeri giusti e la giusta sequenza la serratura scatterà ogni volta.
Presentare le informazioni secondo la sintassi di un altro, è una forma di rapporto molto efficace che porta la comunicazione a diventare irresistibile perché automaticamente porterà ad avere certe risposte.

Ma cosa succede in un apprendimento ottimale?
Un bambino riceve un input auditivo, ascoltando una parola enunciata. Bisogna tenere presente che l’input auditivo può essere sia esterno (proveniente dall’ambiente esterno) che interno (proveniente dal ripetere dentro di noi la parola: dialogo interno). Il bambino costruisce un’immagine visiva dall’input auditivo e se quest’immagine corrisponde ad una che ricorda, ha una sensazione interna positiva che gli conferma l’esattezza della parola. Ma poiché ognuno di noi ha un diverso modello del mondo, di conseguenza le strategie di apprendimento sono differenti. Scoprire come, durante le lezioni, gli allievi incorporano le informazioni e i nuovi comportamenti è molto importante per una migliore didattica dell’apprendimento.
L’apprendimento è un processo che dura tutta la vita e, come diceva Confucio: «Se dai un pesce ad un affamato lo nutri per un giorno, se gli insegni a pescare lo nutri per tutta la vita».
Uno dei massimi problemi pedagogici è che gli insegnanti sottovalutano le strategie dei loro allievi. A tutt’oggi, il procedimento didattico è improntato su ciò che gli studenti devono apprendere, piuttosto che su come possono apprendere nei migliori dei modi.
Se s’insegna preventivamente una strategia per l’incorporazione e il trattamento della materia, ne risulterà più facile ed efficace l’apprendimento del contenuto, oltre ad un’agevolazione dell’insegnamento da parte del docente che può proporre il materiale didattico nel modo migliore per il processo di apprendimento.
A volte bambini definiti “ritardati” o “disadattati” sono ragazzi che presentano un disadattamento strategico più che un’incapacità d’apprendimento Essi hanno bisogno d’apprendere come servirsi delle proprie risorse. Scoprendo la loro strategia si possono porre domande o dare informazioni, in base al tipo di sequenza strategica utilizzata.
La maniera più semplice per ottenere le strategie di apprendimento è quella di porre domande per scoprire qual è stata la prima cosa che il soggetto ha fatto nel momento in cui ha effettuato un apprendimento ottimale. Esempio: “Dopo che hai letto o udito quella tale cosa, cosa hai fatto immediatamente dopo? Hai creato un’immagine nella tua mente? Ti sei detto qualcosa? Hai provato una certa sensazione o emozione? Dalla sequenza che otteniamo incominciamo a sapere come l’allievo procede nel suo apprendimento e come poter inviare le informazioni.
Ogni individuo ha una strategia per ogni cosa. Se al mattino quando si alza è perfettamente sveglio e attivo, egli ha una strategia per ottenerlo, anche se ignora quale essa sia. Ma se glielo chiedete egli saprà dirvi cosa si dice, cosa vede, cosa sente per essere così sveglio. In pratica il modo per rilevare una strategia è come il portare un pasticciere in cucina e scoprire come utilizza gli ingredienti per ottenere il suo piatto migliore.
È importante, quindi, creare una sincronia comunicazionale tra docente e allievi, e il modo migliore è la presentazione continua della comunicazione in sequenze che corrispondono ai loro processi inconsci. Si crea così un tipo di rapporto, di fiducia e d’influenza, come conseguenza della capacità di osservare, capire e usare le strategie di coloro con cui si comunica.