Emozioni & Arte

8 ottobre 2004 – Palazzo del Gonfalone, Roma
Incontro in occasione della mostra “MOVIMENTI”
Con Fiorella Razzaboni (pittura), Silvia Belosersky (fotografia), Federica Contardi e Roberto Biaggioni (immagini video).
Articolo di Terry Bruno, psicoterapeuta e formatrice PNL

Buona sera, mi fa molto piacere aprire questa mostra che raccoglie al suo interno una sinergia di opere che danno vita ad una performance dinamica.
In questa cornice del Palazzetto del Gonfalone, avrete la possibilità di poter fare un viaggio tra le emozioni, emozioni non solo degli artisti, ma emozioni soprattutto vostre.
Perché parlare di emozioni in un contesto artistico? Ebbene l’arte, intesa come pittura, scultura, musica, danza, cinematografia, televisione, non è altro che un’immaginazione che prende forma divenendo oggetto di esperienze di altri. S’innescano, così, processi mentali che tendono a far insorgere, in chi osserva, un’immaginazione riflessa. L’opera d’arte, in questo modo, viene creata due volte: una volta dall’artista e una volta dall’osservatore, diventando esperienza e immaginazione condivisa. Ed è proprio a questo punto che emergono le emozioni, un flusso energetico che si diffonde nel nostro corpo. Spesso le emozioni che riemergono con l’arte vestono i panni del passato, dando vita a quel fanciullo interiore che ha, così, l’opportunità di presentarsi e di prendere forma. Munch, autore del famoso quadro “Urlo”, diceva: “Non dipingo mai ciò che vedo, ma ciò che ho visto”, per cui spesso le opere d’arte sono frammenti di vita di cui riappropriarsi.
L’emozione è una condizione fisiologica interiore che sta senza dubbio dentro la pelle, giù in fondo al nostro corpo, ed è dentro di noi che la sentiamo: un nodo in gola, una stretta al petto, un brivido che percorre il nostro corpo, un’accelerazione dei battiti cardiaci, un respiro corto. Questi sono alcuni dei sintomi che ci assalgono nel momento in cui un’emozione positiva o negativa ci pervade. È uno smuovere, uno scuotere qualcosa dentro di noi, un tirar fuori quello che la stessa parola latina Emovere significa.
Ogni artista ha la sua tecnica, i suoi particolari problemi, le sue emozioni. E allora come fa a coinvolgere il fruitore? Ciò che egli crea, musica, pittura, movimento, acquista forma, forma che viene, così, trasmessa agli altri. Si ha, in questo modo, l’interazione col mondo interno di chi vede, ascolta e prova. È un toccare delle corde interne, che vibrando propagano un chiaro flusso di energia: l’emozione.
In ogni forma d’arte c’è una corporeità, in alcune di più, in altre di meno. Un quadro comunica emozioni grazie alle sue forme e ai suoi colori, e l’ambiente che lo circonda diventa cassa di risonanza per le stesse emozioni; la musica produce degli effetti di eccitazione sulla sensibilità, sull’emotività e sulla sessualità, in una parola sull’inconscio, scuotendo tutti i nostri sensi; la danza, con la sua maggiore corporeità, unendo forme e ritmi pone in relazione il visibile con l’invisibile. In questo vernissage si sono uniti i vari elementi artistici, creando una sinestesia, tra suono, colore e movimento, dando origine ad un’associazione di sensazioni di diversa natura, avvertite contemporaneamente: “vedere” i suoni e “sentire” i colori. Il flusso energetico emotivo può toccare, così, corde più profonde.
In conclusione ci si può chiedere: “E’ l’arte che genera le emozioni o sono le emozioni che generano l’arte?”. E’ l’annoso problema di chi genera cosa. L’uomo è emozione: lo è davanti ad uno splendido tramonto, lo è di fronte allo zampillare dell’acqua dalla roccia. Si potrebbe rispondere che l’arte è un’infinita possibilità di emozioni e di esperienze e che non sono raggiungibili, in genere, nell’arco di una vita. Nella vita normale anche un’amicizia compiuta e perfetta può diventare un’opera d’arte, per cui ora vi saluto e vi ringrazio della vostra attenzione e vi auguro un buon viaggio tra le emozioni, ma vi lascio con un piccolo consiglio: abbandonatevi all’arte, lasciandovi guidare dalla fantasia, dall’intuizione, dalla creatività. Lasciatevi colpire dalle forme, dai colori, dalla musica, lasciate parlare loro e solo, così, qualcosa di nuovo nasce dentro di voi.