Paura di amare, cos’è e come vincerla

La paura di amare, fra attrazione e voglia di scappare, fra desiderio e timore di rimanere delusi: è il tema dell’intervento della dottoressa Terry Bruno, psicologa e psicoterapeuta che è più volte stata ospite di “Nel Cuore di Roma”, che pubblichiamo questa settimana.. Come sempre la dottoressa Bruno risponderà alle domande e alle riflessioni dei lettori interessati, aspettiamo perciò i vostri commenti.

L’amore, questo strano sentimento che… Sembra che innamorarsi sia una cosa semplice, basta lasciarsi andare e tutto avviene con naturalezza. Ebbene, questa è una verità indiscutibile, inattaccabile. Ma mi chiedo e vi chiedo: “È sempre così? È facile innamorarsi e lasciarsi andare tra le braccia dell’altro/a?”. Molto spesso c’è la paura di amare, di essere accettato e/o rifiutato in un’altalenanza di emozioni sempre più forti che si confondono in una serie di sfumature. Ci si chiede: “Cos’è l’amore? Quello che provo è amore, passione, tenerezza, desiderio, attrazione?”. Queste domande sono lecite, in quanto nessuno ci ha mai spiegato cos’è questo sentimento che prima o poi tutti gli esseri umani provano.

Il problema sta molto spesso nel fatto che quando c’innamoriamo di un’altra persona   tendiamo a vederla perfetta, in quanto ci associamo ai suoi lati positivi e ci dissociamo da quelli negativi. Tutto ci appare luminoso, come stessimo vivendo quasi in una melodia celestiale e il nostro corpo è pervaso da sensazioni che sino a quel momento non avevamo vissuto o avevamo dimenticato. Allora questo è l’amore? Un voler correre il rischio di mettersi nelle mani dell’altro? Un desiderare e pensare in continuazione a qualcuno di cui crediamo di non poter fare a meno? L’attrazione per l’altro, il desiderio di averlo, di vederlo, di possederlo, ci accecano quasi del tutto e il resto sembra non avere più alcuna importanza.

Questo meraviglioso stato di ebbrezza ci porta a vivere una realtà spesso artefatta in cui noi abbiamo un’immagine dell’altro/a che rispecchia le nostre aspettative. Ma quando con il passare del tempo ci appaiono aspetti dell’altro che non ci piacciono, allora ci viene da dire: “Ma prima non era così, è cambiato/a!”. In realtà la persona è sempre stata così e quei comportamenti per noi insopportabili ci sono sempre stati, solo che pensavamo che li avremmo col tempo modificati e/o che non erano così importanti. Nascono allora le delusioni, le paure, la rabbia di trovarci di fronte a qualcosa che rovina il meraviglioso mondo che avevamo creato.

Ma la paura di amare non sempre è dettata dalle delusioni, dalle aspettative disattese. Le credenze, l’educazione ricevuta, l’influenza genitoriale possono lasciare una traccia indelebile dentro di noi. Credere che la felicità possa durare un attimo e sparire è una convinzione che molte persone vivono a causa di avvenimenti passati che hanno vissuto o sentito con persone per loro importanti. Questo comporta un non riuscire a lasciarsi andare e il rimanere distaccati dalla persona che potrebbe essere fonte di felicità, ma anche di dolore. Ma anche la paura di essere abbandonati non fa altro che rendere la propria vita un inferno, per cui si evita il coinvolgimento emotivo per tutelarsi dalle possibili sofferenze. E cosa dire della paura del proprio corpo o della sessualità o della femminilità o delle proprie prestazioni fisiche?

Paure, paure, nient’altro che paure, continue allucinazioni che attanagliano la mente di chi non vuole lasciarsi andare alle emozioni, creandosi visioni sempre più contorte di ciò che potrebbe succedere e che, spesso, non sono in relazione con la realtà. Poi vi è la paura dell’impegno del sentimento, della relazione, del saper gestire emozioni e situazioni nello stesso tempo. Ed ecco l’angoscia che prende il sopravvento soppiantando il sentimento più puro e semplice che è l’amore. Come potete osservare, qualunque stimolo consideriamo essere causa della paura di amare ha come base la paura di soffrire, per cui ci si crea una corazza per proteggersi dall’amore. Esiste quindi un conflitto interno che porta ad un soffocamento del sentimento. Allora bisognerebbe chiedersi: “Cosa è successo nella mia vita che mi ha portato a pensare che il fatto di impegnarmi sentimentalmente corrisponda ad una mia sofferenza?”.

Per fuggire da questo legame sentimentale ci si rifugia nelle relazioni superficiali, spesso con un passaggio da una donna ad un’altra, da un uomo ad un altro, per poi scappare nel momento in cui ci si accorge che qualcosa sta cambiando e diventa di difficile controllo.

Non dobbiamo dimenticare che la paura di amare può essere legata al senso di colpa che può nascere dal lasciarsi andare all’altro/a. La colpa che ci attribuiamo è quella di tradire una figura parentale che ha avuto un ruolo fondamentale nella propria vita e i cui insegnamenti sono in netta contrapposizione con i comportamenti che si vorrebbero avere con la persona amata. Colpe immaginarie dovute, il più delle volte, ad autoaccuse erronee e a messaggi distruttivi provenienti dai genitori. Malgrado tale infondatezza ci si autopunisce come se il tutto fosse reale. L’accesso alla felicità diviene così impedito.

Cosa fare? Occorre ristrutturare se stessi e affrontare le proprie paure, rischiando e non avendo il timore di soffrire, perché l’aver provato anche per poco tempo un’emozione così forte e prepotente come è l’amore può compensare il rischio di essersi messi in gioco. Nel caso in cui questo risulti essere difficile, uno scambio di vedute con qualcuno che possa riportarci sulla strada che vogliamo percorrere, per quanto faticosa e difficoltosa, potrebbe essere di aiuto.