Autore Terry Bruno, pubblicato in Tuttoscuola, n. 549, del febbraio 2015
L’atto poetico è un atto creativo e fattuale, nel senso che è un modo di espressione che ha la necessità di essere accolto, compreso da qualcuno che lo riceve in modo tale che possa realizzarsi e assumere significato.
La poesia rientra in un processo comunicativo, in cui l’autore ha la possibilità di trasmettere al fruitore, al lettore, le sue emozioni, i suoi pensieri, i suoi stati d’animo, attraverso un linguaggio scritto che viene decodificato ed elaborato da chi l’accoglie.
La cosa veramente affascinante di questo processo è che una volta che la poesia giunge nella mappa del mondo di chi la riceve, stimola la sua sensibilità emotiva in modo da poter essere compresa, creando una serie di significati che solo il ricevente le può dare. La poesia, così, si trasforma da mero “oggetto” passivo della creazione dell’autore, in “soggetto” creativo.
In essa la forma e il contenuto si fondono insieme, come il significante (ritmo, musicalità e metrica) col significato (il concetto espresso dal significante), creando una magica atmosfera in cui ci si perde e ci si immerge.
La musica ha da sempre fatto parte della poesia. Eugenio Montale, nel suo discorso presso l’Accademia di Svezia nel 1975, in occasione del Premio Nobel, disse che la poesia è nata per dare un suono vocale al ritmo martellante delle musiche primitive.
Esiste una sorta di parallelismo tra la musica e la poesia: la poesia è in grado di esprimere i pensieri attraverso le parole, raggiungendo la parte cognitiva di chi l’ascolta e, nello stesso tempo, stimolare la parte inconscia attraverso le emozioni e la musicalità; la musica colpisce, invece, prettamente l’emisfero destro e quindi l’inconscio, dando origine a viaggi fantastici e sensazioni inebrianti che si amplificano nel magico dondolio musicale. Il poeta e il compositore hanno in comune il foglio e la matita, con i quali sono in grado di creare capolavori. Se unissimo la poesia e la musica, si potrebbe ottenere una meravigliosa armonia. La poesia, però, in quanto tale, offre la possibilità di potersi esprimere, di estraniarsi dal mondo materiale e alcune volte arido in cui si vive, di far riemergere la parte più sensibile e “fanciullina” che alberga in ognuno di noi, di creare attraverso le metafore e le analogie un proprio modo di comunicare. Il poeta non fa altro che cambiare l’uso convenzionale delle parole, delle frasi, delle sintassi, del linguaggio verbale, in modo geniale e creativo che possa essere penetrante e limpido allo stesso tempo.
Proprio per questa variegata possibilità di espressione, l’Associazione Culturale EARTH ha dato il via a un Bando di Concorso di poesie, diretto a ragazzi dai 7 ai 18 anni. L’obiettivo della EARTH è quello di dare loro la possibilità di creare composizioni spontanee in cui far emergere desideri, segreti, speranze e bisogni. Di riappropriarsi di un modo di comunicare, di un modo di scrivere attraverso il quale, anche con pochi versi, si possa far passare un messaggio. Caratteristica interessante del Concorso è di offrire ai giovani poeti l’opportunità di esprimere la parola scritta attraverso la musica, la danza, l’immagine, il rap, creando una sinergia che possa rafforzare l’impatto
emotivo in chi l’ascolta. A convalida di tale sinergia verrà consegnato anche un premio letterario e musicale in quanto spesso i testi di canzoni di numerosi cantautori non sono altro che poesie accompagnate da note musicali che danno ritmo alle parole. Sarà poi creata un’antologia che raccoglierà le poesie inviate.
In realtà la poesia è onnipresente e pervade la nostra vita e quando la si legge si ha la possibilità di entrare in contatto con il mondo interiore di chi la scrive, con i suoi sentimenti. Nel dare la possibilità ai ragazzi di poterlo fare e di scoprire se stessi, si contribuisce a far evolvere la loro storia individuale. E come ha scritto Johann Wolfgang von Goethe: “Ogni giorno dovremmo ascoltare almeno una canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro e, se possibile, dire qualche parola ragionevole”.