Intervista a Terry Bruno, psicoterapeuta e formatrice PNL,
su RAI 3 nel programma “Cominciamo bene estate” – 9 luglio 2003
Dottoressa… nella crescita di una persona, cosa rappresenta il “primo amore”?
Il primo amore è importante nello sviluppo affettivo di un individuo perché permette di sperimentare nuove emozioni, di spostare la propria attenzione da coloro i quali erano stati, sino ad allora, l’oggetto del desiderio: il padre e la madre (secondo il complesso di Edipo). Ma quando attorno a noi le cose cambiano, quando noi stessi mutiamo, in particolare durante l’adolescenza, quando incontriamo altre realtà, possibilità, ecco che i rapporti con coloro che sono stati gli oggetti del nostro amore sino ad allora, si modificano, peggiorano. Si diventa ribelli. Infatti sentiamo spesso i genitori che, con i loro figli in età pre e adolescenziale, non sanno come comportarsi, sono frastornati. Tutto questo avviene in quanto gli adolescenti si sentono diversi perché si stanno trasformando sia fisicamente che mentalmente; hanno desiderio di autonomia. L’adolescente è mutevole perché vuole capire chi è, cosa vuole essere, cosa vuole diventare.
Ma io porrei una domanda: «Qual è il primo amore?.» Abbiamo il primo amore dell’infanzia, della preadolescenza, dell’adolescenza. Sono tutti primo amore che si ottengono ad ogni passaggio cruciale della nostra vita, ed ogni volta appare più importante mentre gli altri assumono un significato differente. Se si chiede ad un quindicenne qual è stato il primo amore egli dirà, con molta probabilità, quello avuto nell’infanzia; se lo chiediamo ad un ventenne riferirà il suo amore avuto intorno ai quindici anni.
La “luce accecante” del primo amore col passare degli anni si affievolisce, ma probabilmente… non scompare mai del tutto… perché?
Certo il primo amore, spesso, lo si ricorda per le emozioni molto intense che si sono provate. Si ha una sorta di ancoraggio. Se una persona, cioè, che si trova in un coinvolgimento, fisico e mentale, molto intenso, riceve in quel momento uno stimolo coerente (una persona, un oggetto, un odore, una musica, ecc.) si crea una connessione neurologica che lega tale stato d’animo intenso allo stimolo. Questo significa che ogni qualvolta rievocherà, ad esempio, l’immagine della persona che ha rappresentato lo stimolo rientrerà nello stesso stato d’animo di allora. In effetti l’amore che cosa è se non uno stato d’animo, il prodotto di specifiche azioni o stimoli percepiti e rappresentati in un determinato modo.
Il ricordo del primo amore spesso sovviene nei momenti di crisi, quasi fosse un’inconscia ciambella di salvataggio…
Certo il ricordo del primo amore può essere, se vogliamo, considerato come un’inconscia ciambella di salvataggio, che si può utilizzare per evitare di affogare dopo un naufragio col rischio di essere portati alla deriva. Spesso può emergere durante le crisi esistenziali, di coppia, durante una separazione o divorzio doloroso, o una vedovanza. In questo caso il primo amore può affacciarsi perché permette di rivivere delle emozioni, di ritrovare se stessi, e di fantasticare nell’ipotesi di una seconda possibilità che cancelli gli errori commessi, le sensazioni di fallimento e di dolore che si stanno vivendo.
Oltre il ricordo, spesso abbiamo anche la fantasia inconfessata di ritrovare il primo amore, perché secondo lei?
La fantasia di ritrovare il primo amore è spesso legata al desiderio di voler riportare in vita le esperienze che si sono provate associate ad un amore pulito, non contaminato dalle disillusioni, dal cinismo.
L’idealizzazione del primo amore è sempre positiva?
L’idealizzazione del primo amore non è sempre positiva perché, benché ci sia il desiderio di riprovare le cose belle di quel momento, si rischia di non tenere i piedi per terra e di vivere in un proprio mondo fondato su immagini, situazioni, emozioni che hanno una diversa collocazione temporale e non sono più in sintonia con le situazioni che si vivono.
La nostalgia dell’amore giovanile diventa più grande se in gioventù è stato contrastata dai genitori o da altri fattori?
Ritengo di sì. Un amore giovanile contrastato dai genitori o da altri fattori può portare ad avvertire dentro se stessi un vuoto che deve essere colmato, a legarsi con rimpianto a questo amore non vissuto. Si può instaurare una cognizione negativa “Io non posso essere felice” che condizionerà i suoi rapporti futuri. Questa non realizzazione può portare ad una idealizzazione del primo amore, con delle aspettative illusorie che sono, poi, destinate ad essere sbriciolate dalla realtà
Il ruolo dei genitori è sempre difficile e, spesso, sono gli ultimi a conoscere alcuni aspetti della vita dei propri figli… Secondo lei, un genitore come deve comportarsi quando scopre che il proprio figlio o la propria figlia stanno vivendo il loro primo amore?
Certo non è facile il ruolo del genitore, particolarmente nella fase adolescenziale durante la quale avvengono continui cambiamenti ed è difficile starci dietro. Importante è avere un buon rapporto con i propri figli perché questo agevola la comunicazione, nel senso che la cosa migliore è poter parlare con loro senza giudizi ascoltandoli in modo attivo e mettendosi nei loro panni ricordandoci come eravamo noi alla loro età. Importante è ascoltare le loro emozioni, le loro incertezze, supportarli. E, a questo punto, se c’è qualcosa che non va dirla ma con delle spiegazioni, non come prese di posizioni. Contrastare una relazione serve solo ad acuire la curiosità, la ribellione, a rendere più interessante il rapporto. Basti ricordare Romeo e Giulietta, la cui storia è nota a tutti, ed ancora oggi, anche se siamo negli anni 2000, ci sono storie simili. Se si vogliono mettere dei paletti, quando è giusto porli, è importante portarli a capire il perché del proprio punto di vista.
Secondo lei è meglio che il ricordo del primo amore resti un semplice ricordo?
Potremmo dire di sì, perché in questo modo si possono ritrovare la passione, la libertà di amare, il senso dell’avventura. Quindi cogliere da esso qualcosa di utile per il presente, senza lasciarsi risucchiare dal passato.
Per concludere questo primo momento con lei, realmente il primo amore non si scorda mai… e se possiamo… Lei ricorda ancora il suo primo amore?
Sì, il mio primo amore a quattordici anni, ero in primo liceo e lui al terzo. Fu in quel momento che provai delle emozioni molto intense che poi…
Certo non è necessario ritrovare il primo amore per recuperare valori e sentimenti per noi importanti. Noi li possiamo ritrovare dentro di noi in qualunque momento, ascoltando i nostri bisogni e imprimendo nuova energia e vitalità al nostro vivere.