Le competenze per la vita

Terry Bruno, Psicoterapeuta e Trainer in Pnl

La nostra società è in continuo mutamento per cui ogni suo aspetto deve trovare risposte sempre più idonee ed immediate. In questo turbinio, fondamentale è il mantenere o il raggiungere una buona salute fisica e mentale che non deve essere solamente affidata al settore sanitario ma deve essere attuata da ogni individuo. Affinché questo possa realizzarsi è necessario che ogni soggetto attinga alle proprie risorse interiori che possano essere utili per il proprio vivere quotidiano. Le nostre capacità di vita subiscono, durante lo sviluppo, numerose influenze ambientali (famiglia d’origine, scuola, amicizie, lavoro) che incideranno sul proprio potenziale di salute e di benessere. Da qui nasce la necessità di fornire apprendimenti utili per affrontare al meglio il vivere quotidiano. La scuola svolge in tutto questo un ruolo fondamentale in quanto l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) afferma che essa deve dare l’opportunità ad ogni bambino ed adolescente di sviluppare le proprie competenze (skills) relazionali ed emozionali necessarie per la gestione dei rapporti interpersonali, in modo da poter affrontare le sfide che si possono presentare.
Ma come è possibile realizzare tutto questo?
Mettendo in pratica il Programma sulle Life Skills indetto dall’OMS che mira a incoraggiare l’insegnamento di queste abilità che sono date molto spesso per scontate. Le Life Skills sono considerate essenziali per la crescita sia dei bambini che degli adolescenti non solo quelli a rischio o che hanno problemi. Poiché esse contribuiscono all’instaurarsi di un comportamento sano, di relazioni positive e al raggiungimento di un benessere mentale dovrebbero essere insegnate il più precocemente possibile, prima che s’instaurino comportamenti negativi.
Questo tipo d’interventi sono fondamentali in un’ottica proattiva e preventiva basata sulle teorie di supporto allo sviluppo del bambino e dell’adolescente. L’adulto, quindi, svolge e deve svolgere un ruolo di accompagnamento e di sostegno nelle fasi evolutive dell’infanzia e dell’adolescenza, al fine di permettere la piena espressione delle capacità e potenzialità presenti in ogni individuo. Si tratta di un approccio innovativo rispetto a quello classico che puntava ad affrontare esclusivamente i comportamenti in fase critica.
Introdotto a metà degli anni ’80, il programma completo delle “life skills” si è sviluppato in Inghilterra, in Canada, in Australia e negli Stati Uniti; in 6 anni si è allargato ad altri 30 Paesi, adattando i programmi alle esigenze del posto. Questo tipo di approccio ha trovato poco riscontro in Italia dove esperienze similari sono inserite in programmi di peer education o in progetti che riguardano l’educazione socio-affettiva o emotiva.

Il percorso presentato dall’OMS abbraccia 3 settori: cognitivo (problem solving, decision making, creatività), emotivo (empatia, gestione dello stress) e comunicativo-relazionale (capacità relazionali).

Esaminiamole in dettaglio:

  • Decision making, la capacità di prendere decisioni in modo consapevole;
  • Problem solving, la capacità di risolvere i problemi in modo costruttivo;
  • Creatività, trovare soluzioni in modo originale;
  • Senso critico, la capacità di analizzare e valutare le situazioni;
  • Comunicazione efficace, il sapersi esprimere in modo verbale e non verbale;
  • Skills nelle relazioni interpersonali, mettersi in relazione in modo positivo con gli altri;
  • Autocoscienza, conoscere se stessi, che è alla base dell’autostima;
  • Empatia, la capacità di comprendere ed ascoltare l’altro;
  • Gestione delle emozioni, essere in grado di riconoscere e controllare le proprie emozioni;
  • Gestione dello stress, conoscere e controllare le origini delle tensioni.

In seguito a numerosi lavori condotti in varie scuole di Roma, ho avuto modo, insieme ad altri colleghi della Earth-Nlp, di rendermi conto quanto i ragazzi siano in uno stato spesso di confusione, di demotivazione, di non ascolto dell’altro e soprattutto di una non conoscenza di se stessi e delle proprie emozioni. Abbiamo, quindi, presentato un intervento destinato alla formazione e all’orientamento degli studenti della III B (classe pilota) della Scuola Media inferiore del Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” di Roma. Tale intervento ha l’obiettivo di potenziare le Life Skills attraverso un percorso interattivo basato su strumenti pratici di sperimentata efficacia, come il circle time, il role play, giochi e attivazioni in grado di stimolare e mantenere vive l’attenzione e la concentrazione dei ragazzi. Durante gli incontri vengono utilizzati trailers di filmati con la funzione di metafora, in modo da veicolare al meglio i messaggi che si vogliono inviare.
L’intervento è ancora in corso di svolgimento e la risposta dei ragazzi è molto positiva, con una partecipazione attiva da parte di tutti.
Molto interessante è stato l’incontro sulla gestione delle emozioni, durante il quale i ragazzi hanno avuto modo di sperimentare, attraverso una rappresentazione non verbale delle emozioni (espressione del viso, gestualità e postura, senza alcun uso delle parole) come ognuno pensa di esprimere una determinata emozione ma spesso ne viene percepita un’altra. L’obiettivo è stato quello di dimostrare come le proprie esperienze passate influenzano il nostro modo di percepire la realtà e come esse possano determinare incomprensioni e conflitti. I ragazzi si sono messi in gioco e sono rimasti colpiti proprio dalla differenza tra ciò che si pensa di esprimere e ciò che viene percepito. Abbiamo raggiunto tale risultato facendo esprimere la stessa emozione a ragazzi diversi senza che ognuno sapesse quale emozione stesse rappresentando l’altro. Il restante gruppo classe è stato diviso in due sottogruppi in antagonismo tra loro. Ad ogni interpretazione esatta è stato assegnato un punto, con lo scopo di motivare i ragazzi ad una maggiore attenzione ed interesse positivo al gioco proposto.
Alla fine del percorso si sottoporranno i ragazzi ad un test di verifica per valutare le loro relazioni empatiche con i genitori, i coetanei e gli insegnanti, tene
Questo progetto non si sarebbe potuto realizzare se non ci fosse stato il contributo attivo dell’insegnante d’italiano della classe presa in esame e del Rettore che è molto attento a tutto ciò che riguarda il benessere degli studenti. La life skills education porta risultati positivi, soprattutto nei programmi a lungo termine, per cui questo tipo d’iniziative risultano essere auspicabili per il benessere e la salute delle nuove generazioni.