Il rapporto tra medici e pazienti sta attraversando un periodo di cambiamento, per cui saper comunicare in modo efficace è una condizione importante per il medico. Il paziente non vuole più ricevere
passivamente indicazioni e prescrizioni, ma richiede un confronto dialettico. inoltre la qualità della comunicazione ha un impatto sull’esito dei trattamenti terapeutici.
La PNL (Programmazione Neurolinguistica) offre varie strategie per potersi relazionare meglio con il paziente e non solo. Occorre capire chi si ha di fronte per poter creare un rapporto empatico che permatta al paziente di poter seguire le terapie, di comprendere meglio ciò che il medico dice, sentendosi accolto e riconosciuto, riducendo il senso di solitudine di persona malata.
Ma cosa è la PNL?
L’acronimo Programmazione Neurolinguistica è formato dalle parole:
‘Neuro’ (derivato dal greco neuron, nervo) che sta a indicare il principio secondo cui ogni comportamento risulta da processi neurologici. La nostra capacità di programmare è basata sull’attività del neo – cervello, responsabile delle funzioni cognitive, ma anche da altre parti del sistema nervoso quali il cervello rettiliano e il paleo cervello, importanti per la nostra sopravvivenza e per l’apprendimento di comportamenti più adatti alle situazioni. ruolo fondamentale hanno gli organi di senso attraverso i quali arrivano milioni di informazioni al nostro cervello.
‘Linguistica’ (dal latino lingua) indica che i processi neurali vengono rappresentati, ordinati e disposti in sequenza in modelli e strategie, attraverso il linguaggio e i sistemi di comunicazione.
‘Programmazione’ si riferisce al processo d’organizzazione delle componenti del sistema (le rappresentazioni sensoriali) per il conseguimento dei risultati specifici.
La PNL è un modo di pensare, un modello dei processi d’apprendimento, che cambia in relazione al feedback che si ottiene dalle osservazioni, scoperte, invenzioni che essa stessa produce. Non esistono, quindi, teorie ma cose osservabili. Vi è una differenza tra teoria e modello: il ruolo del modello è descrivere il funzionamento di un sistema e risponde alla domanda come?; la teoria tenta di spiegare perché un sistema funziona in un certo modo e risponde alla domanda perchè? Essa quindi è un modello pratico e mette a disposizione delle strategie e tecniche che possono essere di aiuto nella comunicazione.
Uno degli aspetti che occorre tener presente è quello non verbale, inconsapevole, che va d influire notevolmente sulla relazione e sulla possibile adesione alla terapia e non solo. Si viene in genere a creare un rapporto di fiducia fondamentale per la percezione di affidabilità e professionalità del professionista. Attraverso la creazione di un rapport si può giungere a un’alleanza terapeutica importante per una migliore compliance.
Un aiuto che viene dalla PNL è che noi apparentemente parliamo una sola lingua, in realtà parliamo lingue diverse, in quanto ognuno di noi ha un diverso modo di percepire la realtà e di prendere informazioni dall’ambiente esterno. Ebbene conoscere chi si ha di fronte è importante perchè si può interagire meglio in quanto si riescono a capire le sfumature. Noi quando parliamo ci esprimiamo con parole che apparentemente sono simili ma che hanno significato diverso per ognuno di noi, in quanto esse rappresentano l’esperienza di ognuno. In PNL si dice che le parole sono delle etichette ma il loro significato cambia a seconda dell’individuo, Ad esempio se io dovessi dire:”Voglio stare comoda”. Chi mi ascolta potrebbe darmi una soluzione che potrebbe non corrispondere alla mia perchè per me essere comoda potrebbe significare stare stesa sul divano a non far nulla, per un altro stare seduto su una poltrona a leggere un bel libro. Ognuno di noi potrebbe trovare le proprie risposte. Divertitevi a scoprire cosa gli altri intendono per comodità e scoprirete un mondo immenso.
Altro aspetto è l’ascolto attivo, cioè un ascolto senza giudizio, un ascolto attento a ciò che l’altro sta dicendo. Esso è anche definito anche ascolto empatico.
Immaginate allora quanto potrebbe essere utile per un medico entrare nella mappa del mondo dei suoi pazienti per poterli così farli sentire capiti, accolti, e guidare verso un percorso terapeutico magari non sempre facile. In questo caso chi ascolta pone attenzione a tutta la comunicazione compreso il linguaggio del corpo. L’ascolto empatico richiede che l’ascoltatore mostri, sia verbalmente che non verbalmente, che sta realmente ascoltando.