Una vicenda che si svolge ad Ascoli Piceno, città natale del regista, nell’italia fascista
di Terry Bruno. Storia di un sentimento che nasce tra un uomo ferito dalla vita e una sua dipendente.
Regia: Giuseppe Piccioni
Interpreti: Riccardo Scamarcio, Benedetta Porcaroli. E poi: Lino Musella, Waël Sersoub, Vincenzo Nemolato, Valeria Bilello, Sandra Ceccarelli, Antonio Salines (scomparso lo scorso giugno), Costantino Seghi.
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 125′
Origine: Italia, 2021
“Disobbedire a una legge sbagliata a volte è un obbligo”. È una delle frasi simbolo – pronunciata da un professore interpretato da Salines – che ritroviamo nell’ultimo film del regista Giuseppe Piccioni L’ombra del giorno, prodotto e interpretato da Riccardo Scamarcio.
Il film ambientato nel 1938 nella bellissima cittadina di Ascoli Piceno, città natale del regista, descrive con attenzione gli eventi che si susseguivano, in un’Italia fascista prima dell’alleanza con la Germania di Hitler.
Atmosfere, interrogativi, suggestioni e riflessioni, su un passato che purtroppo si riverbera, in modo esplosivo, sul nostro presente. Lo spettatore può toccare con mano quelle atmosfere di paura, di tensione, di controllo continuo, di impedimento della propria libertà non solo fisica, ma soprattutto espressiva, che ancora oggi alcune popolazioni del mondo occidentale stanno vivendo.
Un film sugli opposti, tra Luce e Ombra
L’Ombra del giorno, è un film sugli opposti, luce (il giorno) e ombra, metafore del bene e del male. L’ombra non esiste se non c’è luce, è legata all’uomo, uguale nella forma, ma opposta nei movimenti e direzione. Possiamo considerarla, dal punto di vista psicologico, come quella parte di noi, che vogliamo eliminare e che combattiamo ogni giorno, che ci fa paura e che temiamo possa tradirci.
Secondo Jung, l’archetipo dell’Ombra, non è solo presente nel singolo individuo, ma anche in gruppi di persone, di sette, in alcuni tipi di religione, in alcune idee politiche, in cui non si porta alla luce la propria Ombra per poter giustificare gli atti di violenza.
Le varie declinazioni dell’Ombra
Più l’Ombra viene repressa, più diventa pericolosa, distruttiva. Jung parla di Ombra personale, che abbiamo tutti noi con le nostre piccole frustrazioni, paure, egoismi e dinamiche negative. E di Ombra impersonale, che contiene l’essenza del male, che accompagna i genocidi, gli assassini più spietati.
Ed è proprio quello che nel film emerge, soprattutto nella sua seconda parte, quel guardarsi intorno con circospezione, nel timore che qualcuno possa tradirti, denunciarti e il non sentirsi liberi di poter vivere la propria vita con le sue emozioni, come l’amore.
La pellicola è un’espressione di quelle contraddizioni, contrasti e di quel dualismo dell’animo umano, che si sovrappone a quello del racconto del film, dove la storia del fascismo e il modo di vivere degli italiani in quel periodo s’interseca con la storia privata e intima dei protagonisti: Luciano (Riccardo Scamarcio) e Anna (Benedetta Porcaroli).
Negli anni del fascismo
Siamo nel 1938, ad Ascoli Piceno, negli anni dell’Italia fascista e di leggi marziali. Nell’aria riecheggiano i proclami, continuamente inviati via radio. Nella bellissima Piazza del Popolo della città, i bambini, vestiti da Balilla, sfilano in ordine, mentre la gente passeggia con i vestiti buoni della domenica.
Un’apparente calma, su cui si allunga l’oscura ombra di una minaccia ancora non completamente visibile. Questa atmosfera viene abilmente descritta dal regista e raccontata attraverso gli occhi di Luciano prima e di Anna dopo, dietro le vetrine del ristorante del protagonista (le vetrine dello storico Caffè Meletti di Ascoli). Esse sono uno spioncino su una realtà che sta cambiando: le strade prime piene, si svuotano e si riempiono di personaggi che controllano e portano via coloro che non sono allineati alle loro direttive.
Luciano è un reduce di guerra, rimasto claudicante per una ferita alla gamba che trascina con difficoltà. È simpatizzante del fascismo, come molti italiani in quel periodo, e pensa di poter gestire la propria vita rispettando le regole che si è dato, evitando emozioni e relazioni. La sua vita cambierà quando incontrerà e assumerà Anna, che risveglierà in lui quelle emozioni sopite, ma anche una diversa visione della realtà.
I vari colori delle atmosfere del film
Come un pittore che dipinge lo stesso paesaggio in momenti diversi della propria vita, cambiando il modo di rappresentarlo, così Piccioni rappresenta l’entusiasmo e il consenso generale della prima parte del film con pennellate di colori brillanti e accesi.
Per poi passare a quelle più dense e ombrose, espressione delle irruzioni dei primi gerarchi fascisti senza scrupoli, il clima di sospetto, i proclami che rimbombano per le strade semi deserte. Manifestazioni di potere per annichilire la folla.
Numerosi studi hanno dimostrato che coloro che vivono il potere, come ad esempio i dittatori, sembrano avere un’alterazione del funzionamento dei neuroni specchio, che sono alla base dell’empatia. Quest’alterazione porterebbe i potenti ad avere difficoltà a mettersi nei panni degli altri e a deumanizzare gli altri. Voi potreste chiedere: «Questo è comprensibile per chi ha potere, ma come mai sono circondati da gente che annulla se stessi e rispecchia chi è al comando?».
La mancanza di empatia spesso diventa contagiosa, colpendo quelle persone che per paura, carriera, inconsistenza caratteriale, tendono a rispecchiare il loro capo per ingraziarselo. Questo aspetto è ben evidenziato nel film, un servilismo esagerato che travalica i confini dell’amicizia, della riconoscenza, del rispetto.
Non perdere la speranza di un mondo migliore
La pellicola, attraverso la storia di un passato non così lontano, vuole indurre, particolarmente i giovani, a riflettere su un periodo alquanto controverso del nostro Paese, come è appunto il fascismo. E il cinema ha un grande potere, il creare emozioni, energia, empatia con i protagonisti, con le immagini e la musica, facendo breccia nell’inconscio di chi guarda.
L’Ombra del giorno è un film molto attuale, perché permette allo spettatore di ritrovarsi in quelle situazioni che si pensava non si potessero più ripresentare. Nonostante la paura, nonostante i tempi oscuri non dobbiamo, però, perdere la speranza che possa nascere un tempo migliore in cui l’amore possa sovrastare l’odio, la sete di potere che spesso porta a deformare la realtà.
Trailer del film L’ombra del giorno