Fantascienza e viaggi nel tempo

Le storie cinematografiche sul lettino dello psicanalista di Terry Bruno

Da cosa dipende il successo dei film fantascientifici? In questa nuova rubrica la psicoterapeuta analizza le pellicole più interessanti.

Il mondo cinematografico è da sempre oggetto di indagini psicologiche in quanto potente mezzo di comunicazione della società odierna. Infatti vimvengono veicolati desideri e fantasie, ma anche meccanismi psicologici che rispecchiano situazioni che l’individuo vive spesso nella sua vita.

Il cinema è un modo di vedere la realtà attraverso il buco della serratura, ma nello stesso tempo arriva alle zone più profonde del nostro inconscio. Molti paragonano l’esperienza cinematografica a quella onirica in quanto continua a farci sognare da più di un secolo, dando vita a universi immaginari. È come un sogno a occhi aperti in cui lo spettatore si può identificare nel personaggio,Proiettore-cinematografico-267x400 acquisendo atteggiamenti e sentimenti apparentemente non propri. Nello stesso tempo chi guarda il film arricchisce i personaggi di propri sentimenti ed emozioni.

La fantascienza ci fa riflettere sul nostro futuro

Molte pellicole ci proiettano nel futuro, a ciò che potrebbe accadere. Ecco allora l’esplosione di film di fantascienza nelle sale cinematografiche, con l’obiettivo di soddisfare inconsciamente quelle domande su quale potrà essere il destino della nostra specie, sull’immortalità e mortalità. È un modo per riflettere anche sul futuro.

Molto spesso si confonde il cinema fantastico con quello fantascientifico. I due generi sono molto vicini e spesso il confine è molto labile. Tra i due c’è una grande differenza, la credibilità, nel senso che la fantascienza spiega in un modo pressoché scientifico ciò che propone, per cui si è portati a credere che la situazione presentata possa realmente accadere.
Tutto questo non fa altro che suscitare una risonanza emotiva. Questa forza metaforica fantascientifica si traduce nell’emozione più coinvolgente, lo stupore, condizione che questo genere di film, rispetto agli altri, è in grado di suscitare.

Non avendo confini, la fantascienza ci mostra cosa potrebbe succedere, è un modo indiretto di condurci a un “come se…”, stimolando il nostro inconscio, le nostre paure o i desideri più reconditi.

Il cinema anticipa l’esplorazione dello spazio

Il cinema negli anni 2000 ha anticipato, ad esempio, quello che sta avvenendo negli ultimi anni: l’andata su Marte, il pianeta rosso oggetto dell’esplorazione umana.

Lo possiamo quasi toccare con mano con il film Sopravvissuto – The Martian, dove i protagonisti hanno lasciato gli scafandri per tute spaziali più aderenti e sportive, rispecchiando una realtà più vicina al presente.

I film di fantascienza, infatti, hanno la capacità di parlare del presente immaginando il futuro. La fantascienza crea, inventa, immagina cose e situazioni non ancora pensate. Essa confina anche con un altro genere: quello dei supereroi, che risponde all’interesse del pubblico nel voler seguire le avventure di un personaggio con doti straordinarie; non importa da quale pianeta arrivi, ma le sue azioni si svolgono nel presente, in un presente in cui ognuno vorrebbe avere un personaggio del genere per poter sconfiggere il male.
Ed è proprio una dimensione reale che porta a un’ulteriore differenziazione tra fantascienza e fantasy, uno spazio individuabile e non magico.

Il tempo è uno degli elementi che la fantascienza utilizza, considerandolo un luogo cronologico in cui ambientare una storia, portando lo spettatore a percepirlo a proprio modo e viaggiare attraverso questa enigmatica dimensione. Si gioca tra reale e percepito, tra vero e falso.

Viaggiare contemporaneamente verso il futuro e verso il passato

Questo gioco temporale lo possiamo cogliere nell’ultima creazione cinematografica di Christopher Nolan, regista del film Tenet, in cui lo spettatore si trova a rendersi conto che molto probabilmente la propria percezione dello scorrere degli avvenimenti non è altro che una prospettiva orientata e dilatabile.

Rifacendosi alla fisica quantistica, secondo la quale la luce è composta da particelle prive di massa (i fotoni) che raggiungono le varie superfici in tempi diversi, il regista pone lo spettatore di fronte a un viaggio a ritroso nel ttenet-400x200empo.

Questo modo di procedere è uno dei nostri limiti percettivi e per poterlo superare dobbiamo fare un rewind della nostra percezione. Per spiegarvi meglio questo passaggio immaginate di correre lungo una discesa in una giornata in cui il vento è talmente forte che rallenta la vostra corsa. E vi sembra che più sforzi fate più vi sentite rallentati, mentre intorno a voi ogni più piccola cosa, foglie, carta, terra, si muove a ritroso rispetto a voi. Quando s’inverte il tempo tutto accade al contrario, come se intorno a noi ci fosse qualcuno che stia riavvolgendo una pellicola.

Passato e futuro in un presente continuo?

Cosa vi succederebbe se vi lasciaste andare anche voi a ritroso? Il viaggiare nel tempo ha da sempre affascinato l’essere umano, di essere catapultato nel passato per interagire con luoghi e persone. Anche se è consigliabile evitare l’interazione in quanto potrebbe influire sugli avvenimenti successivi. Una raccomandazione che ritroviamo spessissimo nei film. Il viaggiare nel tempo è un modo di soddisfare alcune domande che quasi tutti noi ci facciamo: “Cosa c’è oltre il tutto?”, “Quando è iniziato il tempo? E il mondo?”, “Cosa c’è oltre la realtà?”.

Ed ecco che il cinema interviene per rispondere ad alcune di queste domande con il tempo che non ha un suo percorso lineare, definito e non lo è neanche nel passato e non è immobile neanche nella memoria, nei ricordi. Ogni volta che si va indietro nel tempo, nei ricordi, i nostri ricordi acquistano particolari nuovi, o li perdono, ma spesso il significato cambia col passare del tempo.

Attualmente non siamo in grado di poter andare indietro nel tempo, ma quello che possiamo fare è andare avanti nel futuro. Come? Attraverso la visualizzazione un creare un’immagine mentale dei comportamenti o degli eventi futuri, indicando al cervello la direzione da seguire quando vivrà realmente quella situazione. È un ponte tra il presente e il futuro.
Ma, chissà, ci sarà un momento in cui riusciremo a viaggiare nel tempo e sperimentare emozioni e situazioni che oggi il cinema ci fa vivere e ci fa sognare? Ciò che sembrava impossibile in passato oggi si è reso possibile…

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