Noi e il mondo virtuale
Internet ha contribuito a cambiare molti aspetti della società in cui viviamo, dalle semplici abitudini come fare acquisti, trovare lavoro o contattare un amico, fino al modo di ragionare, reagire e porsi nei confronti dell’altro.
Perché stringiamo rapporti d’amicizia o relazioni online? Perché abbiamo un comportamento diverso in rete? Possono le esperienze virtuali modificare il nostro modo di guardare alla vita reale?
Per quanto riguarda la ricerca del partner e quindi dell’amore online, essa è diventata un’abitudine. Fino a poco tempo fa ci si vergognava di dirlo. Oggi con le app di dating tutto è più facile. Basta la geolocalizzazione, i propri interessi, ed ecco che il gioco è fatto. Si creano collegamenti e ognuno può scegliere in base a ciò che lo colpisce maggiormente. Ma perché si cerca un partner online? E che differenza c’è tra la ricerca tradizionale e quella virtuale? La prima risposta è la facilità di entrare in contatto con tantissime persone con un semplice click. Incontri che molto spesso sarebbero stati impossibili per distanza e mancanza di opportunità. E poi c’è un altro grande vantaggio, quello di potersi esporre senza inibizioni, in quanto le app fanno da filtro. Ne hanno vantaggio i soggetti timidi che hanno la possibilità di poter far conoscere la loro anima più facilmente. Poi questi siti permettono di trovare una persona che possa essere più in sintonia in quanto più vicina per interessi e preferenze comuni. Senza trascurare la tempistica. In tempi brevi è possibile creare incontri e poi… si vedrà.
Poi ci sono i social che permettono di entrare in contatto con gli altri sia attraverso la propria cerchia di amicizie che attraverso le pagine o i gruppi in cui si condividono interessi comuni. In questi casi si ha anche la possibilità di rispondere a necessità come l’educazione e la formazione.
I ragazzi sono nati in piena era tecnologica ed è questo il rischio in cui incorrono maggiormente: non riuscire a farne a meno. Essi utilizzano molto i social, un po’ meno Facebook, molto di più Instagram, Snapchat, Tiktok, whatsapp e altri. Strumenti di comunicazione su Internet che più che far ‘socializzare’ sfruttano il meccanismo di ‘azione-ricompensa’: compio un’azione, vengo ricompensato con la visibilità, un commento, un cuoricino, un Like. Si abbassa l’età media di accesso, aumentano le ore sulle piattaforme. E lo smartphone diventa il compagno quando non si riesce a prendere sonno. Tiktok ha riscosso successo tra la Generazione Z dei nativi digitali. Sono i ragazzi nati dal 1995 in poi. Cosa si può fare con TikTok? I creatori possono aggiungere, remixare, salvare e scoprire brani e suoni tramite playlist, video e altro. Possono seguire gli account che preferiscono e apprezzarli con un cuoricino, commentare o condividere i video che preferiscono. Cosa motiva i ragazzi a iscriversi? Il fatto che gli utenti si possono divertire. Infatti i vari video sono spiritosi, divertenti. Per cui i ragazzi si divertono rompendo la monotonia reale, ma possono anche esprimersi grazie ai loro video e ricevere cuoricini, simbolo dei like. Ma ciò che li attira di più sono le sfide definite challenge. Che se da un lato motivano dall’altro portano a imitare chi appartiene al gruppo in cui si è inseriti per poterci rimanere. Un esempio è la challenge ‘Black out challenge’, una prova di soffocamento estremo.
Internet si è evoluto in tempi rapidissimi e la rete continuerà a sorprenderci.