Ho paura del bullo

Presentazione serata presso Ass. Culturale Il Baco – Botrugno (Le)

Tema della serata Il corpo violato
PENSIERI VIOLATI, dal sogno di un futuro felice all’incubo di un presente infernale con la partecipazione di Terry Bruno

Buona sera, sono felice di essere stasera qui con voi, in questa terra che amo profondamente, in un’atmosfera prenatalizia. Vorrei ringraziare l’Associazione Il Baco per avermi invitato e aver dato voce a un tema molto delicato come quello della violenza. Quando ho ricevuto l’invito mi ha colpito molto l’immagine e il titolo che la rappresentava: Il corpo violato. Mi sono detta: “Quante situazioni sono rappresentate da queste parole. Quanti corpi vengono colpiti da comportamenti violenti, deumanizzanti, che non lasciano una traccia visibile ma molto spesso resta indelebile nella propria mente”. Bellissima è la frase che apre l’invito di questa serie di incontri:

Presentazione libro Botrugno Lecce
Presentazione libro Botrugno Lecce

“L’odio, la violenza, una volta innescati, vanno comunque avanti, si propagano sottoterra, lontano dagli sguardi, come le radici di certe piante infestanti.”

La violenza è un aspetto dell’aggressività, un comportamento, un’espressione di una pulsione. Essa è la patologia dell’aggressività, come l’insonnia è la patologia del normale equilibrio sonno-veglia che impedisce il riposo notturno. Quando parliamo di violenza dobbiamo, quindi, tener presente che stiamo parlando di una manifestazione dell’aggressività. L’aggressività, però, non sempre ha una connotazione negativa. Essa è come una bella e misteriosa moneta con due facce: una di distruzione e una di nutrimento. Secondo Freud ognuno di noi alla nascita ha due pulsioni: l’Eros, espressione della vita e Thanatos, espressione della morte. Queste due pulsioni hanno un’influenza diversa a seconda se il soggetto ha o meno una buona relazione con l’ambiente esterno. Se il bambino subisce frustrazioni, delusioni, i suoi atteggiamenti saranno distruttivi. In caso in cui l’influenza esterna sarà positiva esso sarà proiettato verso la vita.

Risulta, quindi, importante conoscere l’aggressività e saperla gestire in quanto un suo non controllo può essere nocivo per se stessi e per gli altri.

L’aggressività può essere classificata in proattiva nel caso in cui il soggetto aggredisce senza provocazione per raggiungere il proprio obiettivo, come nel caso del bullismo, e reattiva quando si ha invece una provocazione. A sua volta, l’aggressività proattiva può essere ostile e strumentale. Ebbene il bullismo può essere sia ostile che strumentale perché si serve dell’impulso aggressivo, normalmente insito nella natura umana, per affermare un proprio status, una propria identità.

Il bullismo tra gli adolescenti è stato a lungo considerato una tappa fondamentale e inevitabile dello sviluppo. Questa visione è totalmente cambiata negli ultimi anni. Numerosi studi hanno dimostrato che il bullismo è un problema comportamentale con gravi effetti negativi sia nell’immediato che a lungo termine. Inoltre, alcuni lavori americani hanno evidenziato che esso sta trasformandosi in un qualcosa di più grave del razzismo, delle violenze sessuali e dell’uso di alcol o droghe … per cui esso diventa un problema non solo della scuola, ma anche della struttura sociale.

L’attenzione al tema del bullismo, ma più in generale al tema delle relazioni caratterizzate dalla cultura della prevaricazione e da comportamenti prepotenti, è sempre maggiore. Attualmente, attraverso i mass media e non solo, siamo subissati da episodi sempre più allarmanti. Sentiamo parlare di bullismo, violenza minorile, stupri, pedofilia, maltrattamenti a donne e bambini, omicidi ogni volta più raccapriccianti, una escalation sempre maggiore in cui i termini prepotenza, aggressività, violenza, diventano alla fine sinonimi.

Di fronte a casi come questi indignarsi è umano e necessario, ma è anche opportuno porsi delle domande.

Ho scritto questo libro perché mi interesso di bullismo dal 2005 e perché il mio editore mi aveva espressamente chiesto di farlo. Forse la parte più difficile è stata quella di trovare un titolo al libro: riuscire a condensare in poche parole il significato profondo dell’opera.

In questa situazione, per la scrittura di questo libro mi è venuto in aiuto René, padre esemplare di un amico di mio figlio, un tempo un ex bullo. É proprio l’intervista a René che mi ha permesso di figurarmi la struttura portante del libro ed infine l’essere aiutata nella scelta del titolo.

Ascoltando il suo racconto e calandomi momentaneamente nei panni di una vittima, avendolo a pochi passi da me per l’intervista, mi sono sentita “assalita” da quel sentimento che aggredisce le vittime negli atti di prevaricazione che subiscono, e cioè: la paura!

E così è nato il titolo del libro “Ho paura del bullo”. Certo non è un titolo rassicurante, ponendo l’accento su una dinamica abbastanza netta!

Ma visto che questo libro non vuole essere l’ennesimo esempio di come si riesce a parlare di un problema da centinaia di punti di vista, spesso non riuscendo a centrare il succo del discorso, ho optato per l’aggiunta di un sottotitolo….un viaggio attraverso gli occhi di un ex bullo. Ed è proprio quel piccolo prefisso “ex” a infondere al saggio quel senso di speranza, in contrasto con la perentorietà del Titolo…. “Ho paura del bullo”.

Presentazione libro Botrugno Lecce
Presentazione libro Botrugno Lecce

Il libro nasce dall’interesse e dalle esperienze da me acquisite durante anni di lavoro presso alcune scuole di Roma, in qualità di docente e psicoterapeuta, nei vari corsi tenuti con docenti, genitori e alunni.

Il bullismo è’ un fenomeno presente già da tantissimo tempo ma spesso è sottovalutato in quanto molti ritengono che sia un modo infantile di esprimere se stesso, o una ragazzata, per cui spesso si sottovaluta il comportamento di chi compie la prepotenza. Le aggressioni possono essere fisiche, cioè espletate con un diretto contatto con l’altro, verbali effettuate con minacce, prese in giro o offese, e infine sociali realizzate con un isolamento di un individuo da un gruppo con alterazione dei rapporti amicali.

I ragazzi, in genere, preferiscono l’approccio fisico con forme di aggressività esplicite, fisiche, rivolte verso l’esterno.

Le ragazze, invece, hanno un modo più subdolo per effettuare un comportamento aggressivo, usando forme indirette, verbali che tendono a mettere in cattiva luce un membro del gruppo (in genere un’altra ragazza) con pettegolezzi e false insinuazioni sino ad arrivare all’isolamento. Nelle ragazze, a differenza dei ragazzi, sono più frequenti forme di aggressività rivolte verso se stesse che riguardano i disturbi alimentari (bulimia, anoressia), autolesioni (graffi, tagli sul proprio corpo…).

In entrambi i casi si può giungere sino al suicidio.

Le situazioni di disagio e di frustrazione che gli adolescenti possono vivere sfociano in atteggiamenti aggressivi particolarmente in quei soggetti irascibili, impulsivi, instabili emotivamente. Questi comportamenti si manifestano con collera o rabbia di difficile controllo nonostante il possesso di capacità cognitive. La rabbia è la faccia soggettiva e spettacolare dell’aggressività con cui non va identificata in quanto ci sono azioni aggressive senza rabbia e azioni rabbiose che non hanno nulla di aggressività. Quello che in genere accomuna la rabbia e l’aggressività è l’emozione che entrambe suscitano negli altri: paura.

Ma cosa spinge un bambino/un ragazzo ad avere un tale comportamento da bullo?

È un modo di sentirsi popolare, di sembrare più duro e forte, per attirare l’attenzione o ottenere le cose, per avere supremazia. Alcune volte l’atto di bullismo può essere la conseguenza di una sorta di gelosia verso l’altro soggetto.

Di fronte ad un tale fenomeno c’è spesso un senso d’impotenza.

La violenza non viene considerata così grave in quanto si deumanizza l’altro. la vittima della violenza può essere trattata male in quanto non un essere umano, quindi un essere inferiore. In ambito scolastico tale deumanizzazione avviene più facilmente in quanto alcuni soggetti si prestano a tale gioco infame a causa delle loro caratteristiche individuali che possono determinare questi atte

Presentazione libro Botrugno Lecce
Presentazione libro Botrugno Lecce

ggiamenti da parte dei compagni. In pratica, inconsapevolmente, sono le vittime stesse che offrono su un piatto d’argento ai loro carnefici i loro punti deboli e i motivi per svalutarle.

 

Ho scritto questo libro perché ritengo sia non solo importante sapere cosa s’intende per bullismo ma soprattutto dare una speranza a coloro che hanno intrapreso questo difficile cammino di bulli. Per questo ho intervistato un ex bullo, proprio per evidenziare che è possibile farcela. Inoltre nel libro si possono trovare input non solo per insegnanti e genitori, cosa fare in determinate circostanze e magari come prevenirle, ma soprattutto ci sono delle indicazioni per i ragazzi, spesso oggetto di osservazioni e di incomprensioni da parte del mondo degli adulti.

Grazie e a voi la parola.

 

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