di Terry Bruno. Per la PNL lo stato è un insieme di processi neurologici, la collaborazione tra corpo e mente
Essere consapevoli dello stato in cui siamo è importante perché non solo influenza il nostro modo di sentirci, ma anche il nostro comportamento e, quindi, la nostra possibilità di avere buone prestazioni.
Pensate a tutte le volte che siete stati bene con voi stessi, sicuri di voi a come reagivate. Molto probabilmente con determinazione e decisionalità. Mentre quando vi sentivate ansiosi o in apprensione, il modo di agire era indeciso e timido.
Quando viviamo uno stato negativo, ci sentiamo depauperati di risorse, energie e non siamo in grado di fare quello che magari abbiamo compiuto in altri momenti.
Lo possiamo toccare con mano anche quando dovevamo scrivere qualcosa o fare un compito di matematica e ci sembrava tutto difficilissimo, per poi ritrovarci più tardi, dopo una sospensione, nel saperli fare. Eppure siamo sempre noi, non c’è un avatar al nostro posto.
Lo stato è un insieme di processi neurologici
Cosa ci ha portato a comportarci in modo così diverso?Un differente modo di affrontare le cose, le situazioni e di conseguenze il diverso stato che viviamo. Questo è il potere degli stati. Ma cosa è uno stato: una condizione in cui si trova una persona, secondo il dizionario. Per la PNL invece, è un insieme di processi neurologici che si verificano dentro di noi in un determinato momento.
In pratica è la combinazione di tutto ciò che avviene nel nostro corpo e nella nostra mente. È la collaborazione tra le due entità, una volta considerate separate, che ci permette di agire e di vivere la nostra vita.
Spesso non siamo consapevoli di come ci sentiamo, lo facciamo forse in determinati momenti. Invece è molto importante farlo periodicamente, perché ci permette di poter cambiare e potenziare il nostro sentire, ma anche di entrare in contatto con la nostra esperienza.
Come verificare uno stato d’animo
In questo momento, com’è la vostra respirazione? Profonda o superficiale? Lenta o veloce? Come sta il vostro orecchio sinistro (non toccatelo)? È freddo o caldo? Il vostro corpo è rilassato o teso? Avete pensieri che appesantiscono la vostra mente, o sentite la vostra mente leggera?
Ciò che spesso molte persone fanno è pensare che il proprio stato d’animo sia la conseguenza di qualcosa che avviene all’esterno e che le colpisce. Invece siamo noi gli artefici del nostro sentire, del nostro modo di percepire il mondo. Quello che avviene nella nostra mente influenza il nostro corpo e viceversa.
Se cambiate, ad esempio, il modo di respirare o la vostra postura, magari sollevando il mento e mettendo il petto in fuori, potete notare una variazione nel vostro stato mentale. Lo stesso avviene se si hanno dei pensieri negativi, la neurofisiologia ne risente notevolmente. O, se pensiamo a qualcosa di piacevole, anche una canzone che preferiamo, il nostro stato diventa piacevole.
Ma non ci comportiamo tutti allo stesso modo di fronte a uno stimolo esterno. Ci sono persone che di fronte a qualcosa che a noi suscita rabbia, reagiscono con filosofia e superficialità. Altre, invece, reagiscono con ansia, bloccandosi, anche di fronte a ciò che per noi sono inezie.
Imparare a passare da uno stato all’altro
Questi stati che coinvolgono la mente e il corpo, sono il risultato di un lavoro dinamico di pensieri, emozioni e di attività neurologiche, che in PNL costituiscono gli stati neuro-linguistici.
È come se avessimo a disposizione due vie privilegiate: una tramite la mente e una tramite il corpo, nel senso che possiamo raggiungere un determinato stato pensando in una certa maniera o agendo in un particolare modo.
uno stato all’altro ponendo delle domande specifiche. Facciamo un esempio: se una persona si sente insicura e vorrebbe invece essere sicura di sé, le si può chiedere: “C’è mai stata una volta in cui lo sei stato?”. In questo modo si riporta il soggetto a quel momento, glielo si fa rivivere appieno, in modo sensorialmente basato, sino ad associarlo a quell’emozione positiva.
Se non dovesse trovare un episodio lo si può portare a immaginare come vorrebbe essere se fosse sicuro di sé. Il segreto è sempre portare la persona a vedersi nella postura, gestualità, espressione del viso, mentre ascolta la sua voce (che ha o che vorrebbe avere nello stato di sicurezza) e sentire quella sensazione di sicurezza. La domanda da porre in questo caso sarebbe: “Come sarebbe se tu fossi sicuro di te?”. “Se tu provassi sicurezza, come sarebbe il tuo respiro, la tua postura?”.
Come reagire agli stati di disagio
In queste dinamiche tra la mente e il corpo, gli stati sono collegati ai pensieri e alle sensazioni cinestesiche. Le emozioni o uno stato emotivo non sono altro che la combinazione di sensazioni e comprensione cognitiva. Esse sono collegate al gap esistente tra le aspettative che si hanno e le esperienze.
Maggiore è questo divario, più viviamo alti o bassi stati emotivi. Più la realtà non rispecchia ciò che ci aspettavamo, più stiamo male. Proviamo allora rabbia, paura, frustrazione, disagio, siamo scontenti.
Allora perché non imparare a gestire questi stati? Quando si è nello stato giusto riusciamo a realizzare ciò che vogliamo. Gli atleti, ad esempio, hanno bisogno di essere concentrati anche quando sono sottoposti a varie distrazioni, o i manager devono rimanere calmi anche quando sono sottoposti a forti pressioni.
Spesso si reagisce a questi stati di disagio, bevendo, fumando, drogandosi, facendo sesso o shopping compulsivo, mangiando. Ma è solo una soluzione temporanea. Il modo per poter stare meglio e cambiare stato è, allora, cambiare la propria neurofisiologia o il modo di vedere le cose.
La foto di copertina è di DanaTentis da Pixabay